Il Virus del Nilo Occidentale (o West Nile Virus) è una malattia trasmessa dalle zanzare presenti anche nel nostro paese diffuso negli Stati Uniti e in Europa ormai da molti anni.
Non solo è presente ma è anche ben radicato. Ogni anno negli Stati Uniti sono molte le vittime causate da questa Malattia. Proprio nei giorni in cui scrivo questo articolo è stato dichiarato lo stato di emergenza in Texas dove 41 persone sono morte colpite da questa febbre tropicale. Sono in corso trattamenti eccezionali in tutti gli Stati Uniti per limitare la diffusione della malattia, a New York per esempio saranno effettuati massivi interventi di disinfestazioni che comprenderanno Central Park e buona parte dell'isola di Manhattan. C'e' da dire che proprio a New York, dopo l'epidemia del 1999 che causò 1.200 vittime, il livello di attenzione è altissimo.
In Italia il problema non è meno grave, la Febbre del Nilo Occidentale è consederata endemica tanto che è stato rilevato un nuovo ceppo della malattia caratteristico del Veneto. Vuole dire che il virus originario rilevato nel 2008 è mutato e ora presenta caratteristiche uniche e specifiche localizzate solo nel territorio in cui è presente. (Fonte: Eurosurveillance). In Sardegna ha fatto la sua apparizione del 2011 causando molta preoccupazione, oltre che tra la popolazione, nei numerosi allevamenti di cavalli.
Il virus del Nilo occidentale viene trasmesso dalle punture di zanzara, sia tigre sia quella comune. Nell'uomo l'incubazione è di 3-15 giorni e si manifesta con febbre lieve e malessere generalizzato. Circa il 20% delle persone colpite mostra sintomi più importanti che possono essere scambiati per influenza, mentre nell' 1% circa dei casi si hanno sintomi più gravi come meningiti, encefaliti, meningoencefaliti. Le vittime sono spesso le persone anziane o già debilitate. Come per tutte le malattie di cui la zanzara è vettore il periodo più a rischio è la fine dell'estate. I picchi di infestazione tipici di questi periodo sono un elemento critico per la diffusione della malattia. Nel caso della Febbre del Nilo Occidentale che sfrutta animali come uccelli e cavalli per trasmettere il virus anche gli inizi delle migrazioni dei volatili è un elemento favorevole per il diffondersi della malattia. Fine agosto e settembre sono il periodo più a rischio.
I sintomi dell'infezione da virus del Nilo occidentale sono rappresentati da febbre moderata dopo pochi giorni di incubazione accompagnata da malessere generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore oculare, mal di schiena, mialgie (dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia e difficoltà a respirare. Non è raro scambiare i sintomi per quelli di una normale febbre, anche se un poco fuori stagione. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più deboli, possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite. Generalmente il malato si rimette spontaneamente in 3-5 giorni, ma la malattia può essere anche mortale in individui anziani e immunodepressi.
Nel cavallo i sintomi sono legati alla encefalomielite (debolezza, atassia, paralisi e morte in circa il 36-40% dei casi delle forme nervose). I tassi di mortalità dei cavalli che muoiono della forma neurologica della malattia variano dal 20 al 57%, mentre nelle persone sono di circa l’1%.
Gli uccelli giocano un ruolo fondamentale nella diffusione del virus del Nilo Occidentale.
Il ciclo di trasmissione incomincia con una zanzara infetta che consuma il proprio pasto di sangue trasmettendo il virus ad un uccello. Una volta infettato il volatile funziona come un amplificatore della malattia sviluppando livelli di virus che sono sufficienti a infettare altre zanzare e cominciare così una nuova catena.
Recenti studi hanno dimostrato che molti dei casi di questa malattia si sono verificati sulle principali rotte migratorie dei volatili che si spostano periodicamente dall'Africa in Europa. La malattia è stata identificata la prima volta in Uganda nel 1937 e successivamente è stata identificata in molte zone medio orientali, dell'Africa e dell'est europeo. In America venne tristemente conosciuta solo nel settembre 1999 quando una epidemia scoppiata a New York causò circa 1.200 vittime. Oggi il virus è ben radicato in 46 stati.
Anche gli uccelli muoiono a causa di questa malattia, in Italia un protocollo di controllo basato sull'analisi dei volatili inspiegabilmente deceduti non è ancora attivo, ma negli stati uniti le segnalazioni della popolazione permettono di monitorare con ancora maggiore efficacia il territorio e prevenire eventuali epidemie. Non tutti gli uccelli sono colpiti dal vitus allo stesso modo, una lista dettagliata è disponibile sul sito Centers for Disease Control and Prevention.
Il seguente video mostra il processo di trasmissione del virus dagli uccelli (o altri animali), attraverso la zanzara fino all'uomo.
In europa sono stati effettuati i monitoraggi per rilevare la presenza del virus da parte degli enti preposti: Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) insieme al Centro Europeo per la Prevenzione delle Malattie e Controllo (ECDC) in collaborazione con la Rete Europea per la Diagnosi di Malattie Virali d’importazione (ENIVD) e la Rete per il Controllo delle Malattie Trasmissibili nell’Europa meridionale e nei paesi del Mediterraneo (EpiSouth). I laboratori hanno confermato che in un certo numero di paesi europei sono stati evidenziati casi di infezione da West Nile Virus. L’allerta che ne è scaturita riflette la maggiore consapevolezza tra gli operatori sanitari ed i laboratori sulla maggiore resistenza del virus favorita dalle condizioni meteorologiche propizie causate da precipitazioni e temperature elevate che hanno portato ad un notevole aumento della presenza di specie di zanzare del tipo Aedes e Culex nel bacino del Mediterraneo ed oltre.
Ogni anno una circolare del Ministero della salute definisce gli accorgimenti da attuare ai fini della "Sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori con particolare riferimento alla Chikungunya, Dengue e West Nile Disease". Uno dei provvedimenti più importanti prevede la sospensione della donazione del sangue per tutti i soggetti che hanno soggiornato anche solo per una notte nei luoghi a rischio West Nile Virus nel periodo Luglio-Novembre.
La situazione aggiornata al 24 Agosto 2012 indica i seguenti luoghi a rischio: in Italia le provincie di Belluno, Treviso, Venezia, Udine, Cagliari, Carbonia-Iglesias, Nuoro, Olbia-Tempio, Oristano, Medio Campidano, Sassari, Ogliastra. In Europa: Albania, Grecia, Israele, Repubblica di Macedonia, Federazione Russa, Serbia, Tunisia, TUrchia, Ucraina, Ungheria. Per Stati Uniti e Canada la sospensione si applica tutto l'anno.
Attualmente non esiste un vaccino adatto agli esseri umani per la febbre West Nile. Sono in corso ricerche a riguardo ma, ma per il momento, la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare e al contrasto con tutti i mezzi di questi pericolosi e fastidiosi insetti.
Per i cavalli invece è in commercio il nuovo vaccino Fort Dodge contro il virus West Nile. Il vaccino era stato autorizzato nel novembre 2008 dalla European Medicines Agency (EMEA) ed è il primo vaccino contro il virus West Nile equino ad essere autorizzato in Europa.