Gli insetticidi sono il metodo più conosciuto e immediato per difendersi dalle zanzare. Certo l'idea di spruzzare sostanze chimiche nei nostri giardini non è sempre allettante. Vediamo le principali sostanze utilizzate e le loro caratteristiche.
Innanzitutto chiariamo che la disinfestazione tramite insetticidi mira a colpire le zanzare nella forma adulta. E' importante ricordare che la lotta adulticida senza una prevenzione adeguata risulta perfettamente inutile, quindi assicuratevi di eliminare o gestire opportunamente tutti i ristagi d'acqua vostri e possibilmente dei vostri vicini. Inoltre tenete presente che gli insetticidi colpiscono in modo indiscriminato tutti gli insetti e non solo le zanzare.
La categoria di insetticidi comunemente usata nella lotta alle zanzare adulte è basata sui prodotti piretroidi. I piretroidi sono una classe di insetticidi creati sinteticamente in laboratorio. La molecola che li compone è molto simile a quella delle piretrine, un insetticida naturale contenuto nei fiori di piretro. La sintesi di laboratorio permette di superare i limiti del loro corrispettivo naturale, la scarsa persistenza dovuta alla fotolabilità.
Le piretrine sono dei composti organici estratti da piante del genere Chrysanthemum che si possono identificare in: piretrina I e II, la cinerina I e II e la jasmolina I e II. Tutti questi composti esplicano un'azione insetticida (soprattutto la piretrina I ) che prende comunemente il nome di piretro. Il piretro è attivo nei confronti di molti insetti tra i quali le zanzare.
I composti a base di piretrine sono utilizzati in campo domestico contro zanzare e mosche, poiché mostrano, alle dosi adeguate, una bassissima tossicità nei confronti degli uomini e degli animali a sangue caldo.
La variabilità legata alla concentrazione di un prodotto estrattivo, la scarsissima stabilità, i problemi legati all'importazione e l'alto costo di mercato hanno portato ad un rapido superamento del piretro naturale ed hanno favorito l'utilizzo dei piretroidi sintetici.
I piretroidi possono essere divisi in generazioni, a seconda di quando sono stati inventati e della loro sintesi.
Fanno parte die piretroidi di prima generazione:
- la Alletrina e la Bioalletrina
- la Tetrametrina
- la Resmetrina e la Bioresmetrina
I piretroidi di seconda generazione hanno come capostipite la Permetrina
La Permetrina è molto più efficace, ma soprattutto molto più stabile alla luce e all'ossigeno, rispetto ai piretroidi di prima generazione. E' un vero piretroide ad azione residuale.
I piretroidi di terza generazione comprendono i derivati dalla Permetrina:
-Cipermetrina
-Deltametrina
-Fenvalerato
e risultano molto più attivi e stabili delle generazioni precedenti.
Alla luce della potenza, dell'attività e della stabilità presenti nei piretroidi di ultima generazione l'uso della Permetrina normale non è più giustificato.
Risulta, invece, molto interessante l'impiego della Permetrina microincapsulata: infatti la Permetrina è un piretroide di seconda generazione sufficientemente potente; la microincapsulazione non ne diminuisce il potere abbattente, mentre ne esalta le caratteristiche di permanenza e di residualità.
Sarebbe ingiustificata l'eventuale microincapsulazione di piretroidi di ultima generazione, che vedrebbero perduta la loro principale e specifica caratteristica (la potenza insetticida), a vantaggio di una residualità, che può essere fornita da altri piretroidi. Non sembra, inoltre, razionale la microincapsulazione del piretro naturale in quanto durante il processo di lavorazione può andare perduta gran parte della sua attività (si tratta di un prodotto estremamente labile), senza tener conto che la piretrina I, maggior componente del piretro, è già di per se meno attiva della Permetrina.
Le microcapsule sono piccolissimi serbatoi all'interno dei quali il principio attivo si trova perfettamente protetto dagli agenti di degradazione. La microincapsulazione permette di realizzare un meccanismo di lento e continuo rilascio nel tempo del principio attivo, con una enorme riduzione della sua tossicità, potenziando contemporaneamente l'azione residua del prodotto impiegato.
La microincapsulazione per le sue dimensioni non può penetrare nei pori della pelle. Una forma più o meno grave di intossicazione può avvenire solamente se il contatto con una grossa quantità di prodotto rimane per un tempo abbastanza lungo. Una volta irrorato, il prodotto non è visibile sulla zona trattata.
Resta da valutare caso per caso la reale necessità ad usare una sostanza microincapsulata con residualità fino a 30 gg e oltre. Se la zona di irrorazione è soggetta a precipitazioni atmosferiche può essere meglio utilizzare piretroidi non incapsulati con un risparmio economico che in alcuni casi può essere consistente.