Dove si riproduce la zanzare tigre

Identificare i luoghi di ovodeposizione delle perfide zanzare tigre può non essere semplice. Tombini e sottovasi sono tra i luoghi preferiti da questi insetti che non disdegnano anche altri ristagni.

Innanzitutto è bene ricordare che la zanzara tigre è originaria delle giungle del sud-est asiatico dove riesce a proliferare sfruttando anche i più piccoli ristagni che si formano ad esempio nei gusci vuoti delle noci di cocco o negli incavi degli alberi. Da quando è sbarcata in Italia negli anni novanta grazie alla sua grande capacità di adattamento è riuscita a proliferare anche in tutti quei luoghi tipici dei contesti urbani e anche privi di vegetazione.
Sono noti esperimenti condotti dai più intraprendenti componenti della nostra community che hanno rilevato la presenza di centinaia di larve in pochi centimetri cubi di acqua accumulati in un muretto di cinta dove vi erano dei tubi metallici tagliati.

Uno studio condotto dal Dipartimento di sanità pubblica AUSL di Cesena ha misurato dove questi insetti sono soliti deporre le uova. I maggiori fattori di rischio sono stati individuati in:

• abitazioni con esterno (inteso come cortile o giardino)
• parchi (giardini e spazi verdi di ampie dimensioni)
• vivai (inseriti in ambienti urbani)
• piazzali con o senza verde (parcheggi privati ad uso pubblico, zone di carico scarico all’interno delle aree produttive, ecc.)

Non sono comunque da considerare privi di fattori di rischio le abitazioni senza cortile esterno anche se dotate di scarsa vegetazione. Infatti le percentuali di uova rinvenute rispecchiano le percentuali mostrate nell'immagine e possono essere ricondotte a situazioni quali:

• Tombini e pozzetti
• Sottovasi
• Bidoni di raccolta acque (tipicamente negli orti)
• Recipienti vari
• Idrocultura

Un altro contesto particolarmente a rischio Zanzara Tigre sono i vivai a causa della quantità di raccolte d’acqua presenti, per l’estensione di territorio occupata dalla vegetazione, dai vasi, dai  sottovasi e di altri innumerevoli contenitori accatastati.

(immagine: Dipartimento di sanità pubblica AUSL di Cesena).