Oggetto di dubbi e analisi il DEET, il repellente per zanzare più diffuso e utilizzato al mondo, fa parlare di se sempre più spesso. Non solo riduzione della sulla sua efficacia ma anche incertezza sulla sua sicurezza.
Il DEET (dietiltoluamide) è una sostanza inventata dalle forze armate statunitensi durante la seconda guerra mondiale. E' l'ingrediente principale dei repellenti antizanzara. In commercio al pubblico dal 1957 viene usato ogni anno da milioni di persone nel mondo. Una revisione sulla sicurezza del DEET è stata completata nel 1998 dall'Environmental Protection Agency USA la quale ha concluso che, fino a quando i consumatori seguono le istruzioni riportate sull'etichetta dei prodotti, i repellenti per insetti contenenti DEET non rappresentano un problema per la salute.
I prodotti in commercio si differenziano per la percentuale di DEET contenute, si va da percentuali basse intorno al 10% fino ai repellenti per giungla o per zone dove le malattie portate dalle zanzare sono endemiche con quantità del 50%. La durata della protezione varia in base alla percentuale di principio attivo contenuta.
Le indicazioni di utilizzo sono sempre state di prudenza, in particolar modo per i bambini sotto i 12 anni.
Per esempio il Ministero della Salute Canadese proibisce l'uso di questi repellenti nei bambini sotto i 6 mesi. Tra 6 mesi e 2 anni suggerisce prodotti con concentrazioni di DEET non superiori al 10% applicati non più di una volta al giorno. Da 2 a 12 anni non più di 3 volte al giorno.
La American Academy of Pediatrics è cauta suggerendo di vestire i bambini con maniche e calzoni lunghi e applicare il prodotto sui vestiti. Da segnalare poi che il DEET irrita la cute ed è un solvente per plastiche e smalti.
Nel corso degli anni sono state effettuate diverse ricerche che hanno evidenziato i limiti di efficacia e potenziali pericoli (non confermati) nell'uso di questa sostanza repellente.
Uno studio di Vincent Corbel dell’Institut de Recherche pour le Developpement di Montpellier e Bruno Lapied dell’Università di Angers ha evidenziato potenziali effetti negativi degli antizanzare sul sistema nervoso.
Inoltre sembra che le straordinarie capacità evolutive delle zanzare gli permettano di trasmettere alle generazioni successive la tolleranza al DEET. Non è noto se ad oggi esistono zanzare che hanno sviluppato questa immunità in natura. Se così fosse ce ne accorgeremo quando belli unti di repellenti verremo punti lo stesso.
Come se non bastasse la London School of Hygiene and Tropical Medicine ha deciso di effettuare ulteriori test relativi alla immunità delle zanzare al DEET. Il dottor James Logan dalla scuola spiega: "Quanto più siamo in grado di comprendere come funzionano i repellenti e come vengono rilevati dalle zanzare, tanto meglio possiamo trovare modi per aggirare il problema quando queste saranno resistenti alle sostanze.".
Nel test il solito malcapitato volontario ha offerto il suo braccio dopo che è stato spruzzato con un repellente a base di DEET. In un primo momento le zanzare non hanno punto la cavia. Tuttavia, ad una seconda esposizione poche ore più tardi, il DEET non ha impedito loro di pungere.
Il dottor Logan spiega che sono necessarie ulteriori ricerche per capire veramente come la reazione delle zanzare può cambiare così drasticamente in un breve lasso di tempo, ma auspica che porterà a maggiori opzioni di controllo delle zanzare.
Alla luce delle recenti evoluzioni la Environmental Protection Agency ha deciso di valutare le recenti scoperte e includerle nella futura revisione del DEET prevista per il 2012.
I risultati sono attesi senza particolari preoccupazioni. L'EPA fa notare che le informazioni raccolte negli anni sono suficienti a dimostrare che il DEET non pone alcun rischio non calcolato. Il Professor Brian Greenwood, esperto di malaria della London School of Hygiene and Tropical Medicine,ha detto: "Il DEET è stato usato per decenni con pochi effetti collaterali segnalati.", "I risultati di studi sugli animali non sempre corrispondono a ciò che accade negli esseri umani.". Da sottolineare che le persone tendono a usare questi repellenti di rado essendo quindi esposte a basse dosi.
In attesa di nuovi risultati delle indagini direi che possiamo continuare ad usare questi repellenti... con moderazione.